IMpasse
Drammaticolo sull'andirivieni dell'uno e del tre. Babele ballata per donne-campane, d'un giorno ancora al lago salato.
Progetto e regia: Giovanna Amarù
Ricerca coreografica: G. Amarù in collaborazione con A. Fazzino e J. De Masi
Interpreti: Alessandra Fazzino
Jessica De Masi
Giovanna Amarù
Realizzazione costumi Sartoria Di Sposito Palermo
Produzione: Nuda Veritas
Si ringraziano: Piccolo Teatro di Catania, Simone Raimondo, Officine Ouragan.
Ritrovo per caso tre donne e cinquant'anni intercorsi dalla scrittura beckettiana d' una piccola e pura gemma che le riguarda. Poche parole, per il riposo degli occhi. Il ridicolo dramma d'attendere in silenzio tutto il compiuto, tra chi ti sembra un prima e chi un dopo, nel bianco fondamentale che accidentalmente rimbalza un colore.
Tre figure d'un solo fiato, tre bocche, tutte un femminile “non-io” e “noi” solo nel ricordo, nel giorno fermo d' un semplice presente infrangibile. Si, forse una sola donna, che “si conversa”, torce e tace. Perchè Babele è femmina, invero, giusto una torre verbale bella e sconosciuta, confusa fra lo scherzo ed il tentativo d'un vuoto annidato al suo interno, fin dentro le scarpe che ci camminano, i pensieri che ci pensano, le mani che ci cercano.
Ecco l'IMpasse.
La frazione di spazio o di secondo che dall'immobilità muove in avanti
mentre evapora un lago
un ritaglio di carta che s'allerta
tra il vento verso l'antenna
La foresta che nutre radici in testa
sussurro d' un valzer piega-ginocchia
rea-confessa
di segreti e micro-crudeltà.
Montagne di passi che non equivalgono
al farsi danzare
quale onesto imperativo di fragilità
nell'ora di vita d'una farfalla
fino all'uscita
che non vede ma sente
di prendersi le mani
giusto le mani
“a quel modo”.
Drammaticolo sull'andirivieni dell'uno e del tre. Babele ballata per donne-campane, d'un giorno ancora al lago salato.
Progetto e regia: Giovanna Amarù
Ricerca coreografica: G. Amarù in collaborazione con A. Fazzino e J. De Masi
Interpreti: Alessandra Fazzino
Jessica De Masi
Giovanna Amarù
Realizzazione costumi Sartoria Di Sposito Palermo
Produzione: Nuda Veritas
Si ringraziano: Piccolo Teatro di Catania, Simone Raimondo, Officine Ouragan.
Ritrovo per caso tre donne e cinquant'anni intercorsi dalla scrittura beckettiana d' una piccola e pura gemma che le riguarda. Poche parole, per il riposo degli occhi. Il ridicolo dramma d'attendere in silenzio tutto il compiuto, tra chi ti sembra un prima e chi un dopo, nel bianco fondamentale che accidentalmente rimbalza un colore.
Tre figure d'un solo fiato, tre bocche, tutte un femminile “non-io” e “noi” solo nel ricordo, nel giorno fermo d' un semplice presente infrangibile. Si, forse una sola donna, che “si conversa”, torce e tace. Perchè Babele è femmina, invero, giusto una torre verbale bella e sconosciuta, confusa fra lo scherzo ed il tentativo d'un vuoto annidato al suo interno, fin dentro le scarpe che ci camminano, i pensieri che ci pensano, le mani che ci cercano.
Ecco l'IMpasse.
La frazione di spazio o di secondo che dall'immobilità muove in avanti
mentre evapora un lago
un ritaglio di carta che s'allerta
tra il vento verso l'antenna
La foresta che nutre radici in testa
sussurro d' un valzer piega-ginocchia
rea-confessa
di segreti e micro-crudeltà.
Montagne di passi che non equivalgono
al farsi danzare
quale onesto imperativo di fragilità
nell'ora di vita d'una farfalla
fino all'uscita
che non vede ma sente
di prendersi le mani
giusto le mani
“a quel modo”.